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ALMA AI VIDEO CONTEST 2025
Menzione Speciale – cat. ABOUT AI
di Gabriele Rattini, Mariachiara Lorusso, Giovanni Squadrani
Il cortometraggio si articola in un piano sequenza, manipolato per rendere i 3 minuti più ampi, e dare allo spettatore l’idea che la conversazione sia durata per più tempo. La forma diventa parte del discorso: ciò che sembra reale si rivela artificiale, proprio come la conversazione che sostiene l’intera narrazione. Il protagonista parla al telefono, riflette su un’infatuazione, si interroga sulla verità degli sguardi, dei gesti, dei sentimenti. Ma il linguaggio stesso diventa sintomo di una distanza: la voce a cui si rivolge non appartiene a un corpo, bensì a un’intelligenza artificiale.
Cinematograficamente, il lavoro si colloca nel cinema della soggettività. Citiamo Tarkovskij, con tutto il rispetto dovuto, per il fatto che l’azione minima diventi spazio mentale. La macchina da presa non
rappresenta semplicemente l’azione, ma pensa il tempo, lasciando che la realtà filmata diventi un flusso di coscienza visiva.
Il dialogo con la macchina non è più distopia ma quotidianità emotiva. L’intelligenza artificiale si presenta come nuovo altro — un interlocutore che ci ascolta ma non ci guarda, che restituisce la parola senza corpo. Un documento dell’epoca algoritmica, in cui la comunicazione è diventata interfaccia.
Non siamo più soli, ma non siamo nemmeno davvero insieme.
Sul finale, conclusa la chat vocale, cosa resta di reale nella vita del protagonista? Né la pochezza del momento passato con la ragazza, né il confronto, in quanto avvenuto con un algoritmo non cosciente.
Eppure, Gabri il confronto lo ha avuto, a prescindere. È quindi questo il punto interrogativo: conta la qualità soltanto, oppure anche l’etica dietro le cose?
Che ne sarà di Gabri e del suo io? Quanto c’è di reale nelle sensazioni avute su Marta?
Quanto conta potersi confrontare a prescindere che sia con un’intelligenza artificiale o con una persona fisica?

